Dopo diverse stagioni negative, il Torino, vuole tornare a lottare per obiettivi ambiziosi. La società ha deciso di ripartire da un allenatore ambizioso e preparato come Ivan Juric. I tifosi ne hanno abbastanza di soffrire, vogliono tornare a gioire e ad entusiasmarsi. Vedremo se sarà questo l'anno buono. Nel frattempo, il presidente granata, Urbano Cairo, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni.
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News Torino – Cairo: ”La squadra è forte. Sulla riapertura degli stadi…”
Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole
Squadra forte
Il presidente ha detto la sua sull'ultima partita, ma non solo. ''Abbiamo vinto una partita ed è stata una bella vittoria, ma adesso dobbiamo confermarci: sarà importante. Il fatto che una volta in vantaggio per due a zero, sono arrivati altri due gol negli ultimi minuti vuol dire che la squadra ha acquisito una bella mentalità. Una mentalità vogliosa, ed è il segnale di una squadra che non vuole fermarsi e che cerca di andare all’attacco per tutta la partita. Mi è piaciuto molto. Adesso è importante continuare con il lavoro. Alcuni acquisti si sono visti e bene, altri inserimenti arriveranno, ma è anche giusto dosare l’ingresso dei nuovi. Perché comunque la squadra c’è ed è forte. Il derby del 2 ottobre? È sempre una partita importantissima per noi ma prima abbiamo tre partite importanti contro Sassuolo, biancocelesti e Venezia''.
Sistema calcio e riapertura stadi
Successivamente, Cairo si è soffermato su due temi importanti: la riapertura totale degli stadi e il sistema calcio. ''Riapertura al 100%? Credo che sia un obiettivo da raggiungere presto ma va fatto rispettando le norme sanitarie e non creando problemi a nessuno. Una grande fetta della popolazione è vaccinata e di certo aiuta a raggiungere la famosa immunità di gregge di cui si è parlato molto. Dobbiamo pensare a come rafforzare il sistmea a livello italiano ed europeo perché il calcio ha sofferto moltissimo. C’è un problema serio perché calano i ricavi ma i costi rimangono elevati e non si può andare avanti. Parliamo di un’industria che dà contributi importantissimi a livello di imposte, che fa lavorare centinaia di migliaia di persone. Quindi quando si ragiona sull’idea di aiutare il calcio, bisogna pensare a quanto incide sul PIL. Secondo me qualcosa va fatto''.
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