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Serie A- Roma, Reynolds: quel messaggio lanciato alla società ed a Mou

AS Roma
Bryan Reynolds ex terzino giallorosso sta mettendo in mostra tutte le sue qualità in Belgio, ed ha voluto mandare un messaggio alla Roma...

Redazione NC

L’ex terzino della Roma Bryan Reynolds sta mettendo in mostra le sue qualità a Westerlo, in un campionato da sempre trampolino per i giovani talenti.

Dopo i 7 milioni spesi per lui due anni fa e un’avventura nella Capitale tutto tranne che fortunata, Reynolds in Belgio si è preso la ribalta e una maglia da titolare. In questa prima parte di stagione ha stupito tutti con tredici presenze, un gol e tre assist. Il difensore si è raccontato ai microfoni de IlTempo. Di seguito le suepa

Ed è anche anche più facile giocare? "La grande differenza con Italia è la maglia che indossi. Giocando per la Roma che è un grande club, c'è molta pressione. Giochi all’Olimpico, fai un errore e tutti ti fischiano. Può essere difficile restare concentrati. Poi c’è la barriera linguistica. Qui tutti parlano inglese, in Italia no. E quindi per integrarti al meglio devi imparare l’italiano in fretta».

Ma cosa non ha funzionato a Roma? "Personalmente non direi che qualcosa è andato male. Quando sono arrivato avevo solo 19 anni e probabilmente non ero ancora pronto. Ho provato a mantenere il mio normale stile di vita, ma era tutto diverso e non sapevo la lingua. A Roma vivevo da solo e questo non ha aiutato. Avevo molta fiducia quando ero a Dallas, poi il salto in Serie A è stato grande ed è stato tutto diverso. Forse mi è mancata quella. Se non hai fiducia non riesci a dare il massimo in un grande club".

Che rapporto ha avuto con Mourinho? "Normale, né cattivo ma neanche fantastico. Io sono un giocatore, lui l’allenatore. Avevo pieno rispetto per lui anche se non mi dava minuti. Non sono un calciatore che fa casino se non gioca. In allenamento quando facevo qualcosa di buono mi motivava e se sbagliavo mi riprendeva. In generale credo si aspettasse di più da me, credo volesse più killer instinct nei contrasti e nel mio gioco. Me lo ripeteva spesso, ma è stato bello lavorare sotto la sua guida".

Nella sua testa c’è ancora la maglia della Roma? "Certo. Io voglio tornare alla Roma. Hanno investito molti soldi su di me e voglio ricambiare il favore al club che mi ha cambiato la vita. E spero che anche loro mi vedano come un giocatore della Roma in futuro".