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Serie A – Veron: “Dybala è l’elemento che manca all’Inter”

Dybala e Saelemaekers
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista dell'Inter Veron ha parlato di Paulo Dybala, possibile rinforzo nerazzurro

Redazione NC

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista dell'InterVeron ha parlato di Paulo Dybala: «È sicuramente l’elemento che mancava alla squadra di Simone Inzaghi. L’Inter non aveva, nella passata stagione, un giocatore che facesse da raccordo tra centrocampo e attacco, a parte Calhanoglu che però doveva sdoppiarsi nel ruolo di mezzala. Dybala è perfetto per agire da seconda punta, per aiutare il centravanti, chiunque egli sia, e per cucire la manovra. Se le cose rimangono così come sono, Dybala è adattissimo ad affiancareLautaro. Formerebbe una grande coppia argentina e l’Inter potrebbe ballare il tango del gol... I due si integrano benissimo».

Dybala è un fuoriclasse o un potenziale fuoriclasse? «Ho giocato con Maradona e per me soltanto lui era un fuoriclasse, cioè uno che da solo vinceva le partite. Diciamo che Dybala ha enormi qualità tecniche, ma credo che non sia ancora espresso al massimo. Nella Juve io non ho quasi mai visto il Dybala decisivo che, ad esempio, avevo visto spesso a Palermo. Non so da che cosa sia dipeso, se dall’allenatore o dalla struttura della squadra. Fatto sta che alla Juve sarebbe potuto diventare un intoccabile e invece è stato sacrificato».

Con lui l'Inter quanto può puntare in alto? «Dico allo scudetto, perché lo ha sfiorato quest’anno senza di lui e quindi è logico aspettarsi un salto di qualità. In Champions League i nerazzurri non sono ancora al livello più alto, però stiamo parlando di una manifestazione che riserva sempre sorprese. Chi avrebbe detto, prima che cominciasse l’ultima edizione, che l’avrebbe vinta il Real Madrid? Ma andiamo per gradi: ora Dybala si metta la maglia nerazzurra e pensi a diventare leader nel gruppo. Per le qualità che ha Dybala dev’essere uno dei top d’Europa. E allora è necessario che la squadra investa su di lui, che lo metta al centro del progetto, che lui si senta importante e che non debba sempre dimostrare, a ogni gara, il suo valore. Poi si vedrà».