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Serie A – Pastorello: “Ritorno di Lukaku all’Inter? Tanto rumore per nulla”

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Federico Pastorello, agente di Lukaku, ha parlato della situazione del suo assistito, con un cenno al Decreto Crescita.

Redazione NC

Federico Pastorello, agente e procuratore tra gli altri di Romelu Lukaku, ha rilasciato delle dichiarazioni a Repubblica, parlando del centravanti belga. Ecco le sue parole sull'ex Everton: "Per i parametri del trasferimento, nessuno poteva aspettarsi una situazione così. Non discuto le scelte tecniche, ma è ovvio che c’è stato un problema. I numeri però vanno pesati: è il miglior marcatore della squadra, con un minutaggio basso rispetto ai compagni. La situazione va valutata con attenzione, ora c’è da difendere il posto in Champions, c’è la finale di Fa Cup: Romelu è concentrato su questo, non abbiamo parlato di altro. Telefonate con l’Inter? Tanto rumore per nulla. Ha nel cuore il club e i tifosi, non l’ha mai nascosto, come l’amore per l’Anderlecht dove vorrebbe chiudere la carriera. Ma non possiamo ipotizzare trattative: il Chelsea ha definito la cessione del club, non conosciamo gli interlocutori, figuriamoci se possiamo aprire discorsi con Inter o Milan. Bisogna aspettare".

Su Conte: "Un allenatore ossessionato dalla vittoria. Questo lo ha reso tra i più vincenti in circolazione, ha l’abilità di cambiare la mentalità di una squadra, ma in Premier non vinci solo con questo. A volte Antonio appare un allenatore difficile: ma se fossi un ds non vorrei uno che mi fa vivere bene ma uno che mi fa vincere. L’ho sentito molto soddisfatto della squadra, lo segue: credo che al 60-70% resterà".

Sui calciatori italiani e sui giovani: "Dico una cosa contro i miei interessi: il decreto Crescita ha ammazzato il calcio italiano, oggi conviene andare a prendere uno straniero in Olanda che un under 21 azzurro. Gestisco i fratelli Esposito: Sebastiano è dovuto andare in Svizzera per trovare continuità, Salvatore, un titolare dell’U21, è relegato in Serie B. Giocatori così dovrebbero avere zero problemi a trovare spazio in Serie A. Ma non è colpa dei club: se ti fanno pagare un ristorante stellato come una trattoria, che fai? È una grave responsabilità della politica in Italia e del calcio italiano".