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Serie A – Sticchi Damiani: “Danno grave, non so come spiegarlo ai tifosi”

Lecce-Monza
Il presidente del Lecce, intervistato ai microfoni di DAZN, ha parlato degli errori arbitrali nella partita pareggiata 1-1 contro il Monza

Redazione NC

Ieri lo scontro diretto tra Lecce e Monza si è concluso sull'1-1. I brianzoli erano passati in vantaggio con il gol di Sensi, poi i giallorossi all'inizio della ripresa hanno trovato la rete del pareggio con Gonzalez. Il club salentino però si è lamentato molto dell'arbitraggio, per due rigori non concessi. Lamentele che si inseriscono in una domenica nera per il mondo arbitrale in Serie A. Dopo quanto successo al Via del mare, il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani non ha utilizzato mezzi termini per difendere la sua società.

Queste le sue parole ai microfoni di DAZN: "Parlo io, l'allenatore sarebbe stato disponibile ma visto che si tratta di due episodi in cui ci sono due falli di mano lampanti, laddove l'arbitro dovesse aver bisogno del VAR, pur essendo dei falli clamorosi, il VAR poteva aiutarlo perché era una partita che avremmo meritato di vincere. Essendo che due anni fa siamo retrocessi, noi sanzioniamo i nostri tesserati che non rispettano l'arbitro ma davvero non sappiamo che spiegazioni dare ai nostri tifosi".

Il secondo rigore non concesso: "Per me è un danno grave, una partita stradominata che avremmo meritato di vincere e non aver avuto la possibilità di farlo soprattutto sul secondo episodio mi crea imbarazzo verso la mia tifoseria. Io ogni situazione ambigua cerco di giustificarla, ma adesso sono in grave imbarazzo e mi sento di prendere in giro i miei ragazzi e non lo posso fare".

La partita dei giallorossi: "Sono molto contento della prestazione della squadra, che mi ha dato la conferma di aver intrapreso un percorso che può condurre verso la salvezza. Abbiamo bisogno del sostegno dell'ambiente che non ci fa mai mancare il suo appoggio, questa squadra però può dire la sua nel discorso salvezza, perché anche se avessimo vinto largamente oggi nessuno avrebbe potuto dire niente".