Serie A

Serie A – Pedro, futuro lontano dalla Lazio? Parla lo spagnolo

Il campionato di Serie A con gli anni ha perso alcuni dei calciatori più importanti a livello internazionale. Se nelle stagioni a cavallo tra gli anni ottanta e novanta i top players giocavano in Italia, con il passare delle stagioni i loro nomi sono stati dirottati verso altri lidi. La massima divisione italiana, piuttosto, è diventata sempre di più un rifugio per i calciatori ormai agli ultimi anni di carriera. Facendo della Serie A uno dei campionati che meno degli altri utilizzano i giovani. Nonostante l’età, però, molti giocatori in avanti con gli anni hanno scelto di cimentarsi in un campionato difficile come quello italiano e sono riusciti a ben figurare. Uno di questi è Pedro Rodriguez, esterno d’attacco che in carriera ha vinto di tutto e che sul viale del tramonto ha deciso di abbracciare rispettivamente i progetti di Roma e Lazio. Facendo bene in giallorosso e ancora meglio in biancoceleste. Proprio lo spagnolo, ai microfoni di Radio Marca Tenerife ha parlato della sua carriera di quello che gli riserverà il futuro. Per il classe 1987 è già arrivato il momento di pensare a cosa ci sarà dopo la Capitale? Queste le sue parole:

Sul futuro

“In futuro mi sento aperto a tutto. Anche se ci sono una serie di fattori personali che potrebbero influenzarmi ed essere determinanti sulle scelte. Vorrei essere più vicino a Barcellona per poter vedere maggiormente i miei figli. Il calcio, purtroppo, ha anche degli aspetti negativi. La mia vita personale è limitata ad esempio. Ogni tanto questo sport ti leva qualcosa. Al momento sono sotto contratto con la Lazio, almeno per un altro anno, poi valuterà cosa fare. Per ora rimango qui, poi vedremo. Per quanto riguarda il calcio giocato, penso di avere ancora uno o due anni di fronte a me”.

Sul possibile ritorno in Spagna

“Quando sono arrivato al Barcellona era un periodo incerto. Fu il coordinatore di base che cercò me e la mia famiglia. Fu una grande gioia fare il provino per loro. Ho vissuto dei momenti veramente emozionanti. Se sono in grado di calciare con entrambi i piedi è perché ho lavorato duramente. A San Isidoro avevo un’allenatore, tale Ivan Rodriguez, che puntava molto su questa cosa di usare i piedi allo stesso modo. Mi sento ancora molto legato a Tenerife e lì ho diversi progetti. Per noi delle Isole Canarie è difficile adattarsi altrove, la vita è diversa. Con il tempo, tuttavia, ci si abitua”.

Redazione NC

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