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News Roma – Ibanez: “Ho il passaporto italiano e chissà”

ibanez

Il difensore della Roma ha parlato al Corriere dello Sport. Sentite cosa dice il giocatore brasiliano ex Atalanta.

Redazione NC

News Roma – Roger Ibanez ha parlato al Corriere dello Sport e ha detto: "Sono nato in Brasile, mi sento brasiliano e vorrei giocare nella Seleçao. Ma vediamo: ho anche il passaporto italiano e quello uruguaiano, ascolto chi mi chiamerà. Il calcio è cambiato: tante squadre naturalizzano i calciatori. Non ne ho ancora parlato con i brasiliani azzurri, ma Toloi è mio amico: è stato un punto di riferimento importante per me quando sono arrivato a Bergamo. Vedremo cosa succederà. Ho scelto il cognome di mia madre perché suonava bene, ho pensato al marketing: se il nome è Roger, meglio Ibanez che Da Silva".

 

Sul Brasile e l'olimpiade a cui non ha partecipato

"Il Brasile mi voleva all'Olimpiade. Mourinho sapeva quanto io ci tenessi: mi ha solo detto occhio, se non vieni in ritiro poi devi recuperare il terreno perduto. Io sarei andato, perché un'occasione del genere non capita spesso. Poi abbiamo vinto la medaglia d'oro. Ma la Roma ha deciso che era meglio di no e allora bene così. Con Mourinho ti viene voglia di imparare ogni giorno: è un allenatore che ti cambia le prospettive, lui dice e tu fai. Mi ha insegnato tante cose: se posso gioco la palla, altrimenti non rischio".

Sull'esperienza alla dea e sul perché Ibanez non giocava

“Non so, forse ero ancora inesperto e avevo bisogno di conoscere meglio il campionato. Poi la squadra era fortissima. Quando in estate siamo partiti per il ritiro, ho capito che per me non c'era spazio e chiamai il mio procuratore chiedendo di andare via. A gennaio del gennaio 2020 mi voleva anche il Bologna, Mihajlovic mi telefonò e il mio agente aveva raggiunto l'accordo. Ma io chiesi di prendere tempo, di aspettare e spuntò la Roma. Per me era meglio andare in un grande club, anche con il rischio di andare in panchina. Se avessi scelto il Bologna, sarebbe stato più difficile andare alla Roma dopo. Invece fare il percorso inverso a giugno, con tutto il rispetto, non sarebbe stato un problema. In estate nessun giornale mi inseriva nella formazione titolare, invece mi sono ritagliato il mio spazio. Non ho mai pensato di considerare le proposte di altri club".