juventus

Serie A – Allegri “bisogna vincere, poco da dire”

 Massimiliano Allegri

Il tecnico sa che l'opzione unica sono i 3 punti

Redazione NC

Juve penultima, tanti casi aperti nello spogliatoio e Max Allegri che ha chiuso la sfida col Milan attaccando alcuni giocatori. Molti direbbero che "se il buongiorno si vede dal mattino...".

Ma non cerca alibi Max. Adesso l'unica opzione possibile è vincere, senza starci troppo a pensare. Perché se fossero 5 le partite senza vittoria arriverebbe probabilmente un distacco troppo ampio da poter recuperare, anche se è appena cominciato il campionato. Ma davanti corrono e vanno, e anche se alcune rivali per le prime posizioni stanno ancora cercando un bilanciamento, come la Lazio, nessuna ha espresso le difficoltà dei bianconeri. Che vogliono invertire il trend già dalla partita con lo Spezia.

Le parole di Allegri

“Domani ci saranno dei cambi, qualcuno arriva da 6-7 partite di fila. Lo Spezia è squadra sbarazzina che gioca senza preoccupazioni, bisogna essere pronti a fare partita sotto aspetto mentale e di corsa uguale a loro, chiaro che poi la qualità dovrà venire fuori. Dobbiamo migliorare, sbagliamo troppo tecnicamente soprattutto a inizio secondo tempo, contro il Milan che da un anno e mezzo non perde ed è in testa. Poco da parlare, bisogna vincere, erano sessant’anni che non capitava”.

“Morata sta bene, l’unico out è Chiellini che è mezzo febbricitante. Gli altri stanno bene, serve far una vittoria. Anche domenica i ragazzi hanno fatto una bella prestazione, nel secondo tempo sbagliamo troppo tecnicamente e sono momenti che poi ti trascini. Bisogna cercare una vittoria per poi vedere le cose in un altro modo".

E sul suo sfogo post Milan: “Normale che ci sia uno sfogo post partita, ce l’ho anch’io che sono umano. Il riferimento è che quelli che vanno in panchina devono essere determinanti quando entrano, come approccio alla partita. Non possiamo rischiare di giocare in 10. È un senso di rispetto per chi sta in panchina, di responsabilità. Bisogna essere pronti. Quando ero piccolo mi hanno sempre detto che quello che conta è il campo, è molto più semplice di quello che sembra”.