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Laporta ha parlato e ha detto: “Abbiamo fatto un piano di recupero quinquennale, dobbiamo recuperare 450 milioni e l'obiettivo di quest'anno è di raggiungere lo zero. Otterremo altre risorse sotto forma di credito o investimenti. Poi ci sono i bisogni sportivi, ovvero investire in nuovi giocatori. Messi? Era un problema di fair-play, non c'era margine di trattativa perché l'investimento ci metteva a rischio. Prima c'è il club, che è sopra Messi e i presidenti".
"Avevamo un maggiore margine di indebitamento e abbiamo fatto un tentativo, ma le informazioni sulla sua situazione non erano corrette. Ci avevano detto che voleva andarsene e alla fine è rimasto. È la legge della domanda e dell'offerta, non sono deluso. È stata quasi una fortuna, perché probabilmente avrebbe peggiorato la nostra situazione".
"Tutti, compreso lui, siamo scoraggiati. Come presidente ho valutato tutto, ho ascoltato le mie persone di fiducia e sono giunto alla conclusione che devo dargli fiducia come ho fatto con Rijkaard. È come noi, ama il Barça ed è un mito di questo club. Anzi, ha fatto di più: è arrivato i un momento di crisi sportiva e istituzionale. Volevo sapere se si fidasse della squadra e mi ha risposto positivamente, anche se vorrebbe recuperare tutti gli infortunati. Ho visto una persona determinata a continuare. Xavi? Parlo spesso con lui perché siamo amici, come parlo spesso con Pep. Mi piace commentare con lui, lo facevo quando giocava e ora lo faccio ugualmente. Ma abbiamo Koeman e siamo orgogliosi che sia lui l'allenatore. In questo momento siamo concentrati sul cambiamento di una situazione sportiva che non ci aspettavamo. Penso che meriti un margine di fiducia e spero che con il recupero degli infortunati le cose vadano meglio". Queste le parole del presidente del Barcellona Joan Laporta.
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